C.S.I. in cucina: i prezzi (2ª parte)

Nei supermercati la nostra arma migliore per risparmiare è l’osservazione.

L’economia, anche se non sembra, è democratica: tratta nello stesso modo il venditore e il compratore, non “parteggia” per nessuno, ma il consumatore, vuole il massimo della “contentezza” quando acquista qualcosa, non vuole sentirsi fregato da qualcuno nel suo acquisto.

Ieri sera sono andato a teatro e, per tirarmi su, ho preso un caffè nella piazza principale della mia città e l’ho pagato € 1,20 contro gli € 0,80 che pago tutte le mattine quando vado al lavoro. Perché questa differenza di prezzi? Dovrei sentirmi infelice per il prezzo del caffè? Assolutamente no! Tralasciando che il gusto era migliore di quello della mattina, non mi sono lamentato della spesa perché so che il prezzo ha delle giustificazioni che possono venire o no incontro ai nostri interessi. Il bar di ieri sera è più grande, ha più personale, è in una zona della città che sicuramente ha affitti più alti, la miscela è migliore, ecc. ecc. Tenuto poi conto che a quell’ora di sera non avevo alternative sulle scelte possibili, quel prezzo che corrisponde quasi al 40% in più di quello mattiniero mi ha comunque dato una “contentezza massima” in quel “determinato contesto”.

Certo sono d’accordo su chi obietterà che se fosse costato € 0,80 sarei stato più felice ma personalmente credo che il prezzo, come dicevo all’inizio, ha una sua democraticità e dunque siamo noi, il popolo, a determinarlo. Per un caffè sulla sommità della Torre Eiffel nessuno avrebbe da ridire anche se costasse 3 € e, comunque, non sareste obbligati a comprarlo. Potreste benissimo aspettare e gustarvelo in un comune bar pagandolo 1,5 € se preferite, nessuno ve lo impedisce. Dunque i prezzi possono subire anche forti variazioni legate esclusivamente al luogo in cui viene acquistata la merce ma, ci tengo a ricordarlo: non esiste obbligo di acquisto. L’esclusività di un determinato luogo e l’inferiore concorrenza nei dintorni può far variare il prezzo di una merce e anche di parecchio sempre che siate disposti a pagarla, ma che cosa può far variare i prezzi nei supermercati? Possiamo in questo caso parlare di luoghi o di orari che possono avere influenza sul prezzo delle merci? Mah diciamo che se tra due COOP, una in un quartiere residenziale e una in un quartiere periferico, ci fosse una differenza del 40% tra i due carrelli della spesa credo che quelli del quartiere residenziale dovrebbero considerarsi un po fessi quando arrivano alla cassa. Infatti le cose nelle catene di supermercati vanno diversamente.

 

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Qui non possiamo giustificare le differenze di prezzi sulla base della bellezza del luogo in cui si trovano o sulla sua esclusività, infatti non ci sono differenze così nette tra i vari prodotti ma, nel complesso, quando riempiamo il carrello della spesa le differenze possono farsi sentire.

Le strategie dei supermercati vorrebbero far credere ai consumatori che certi posti sono più economici di altri come succede per la differenza tra il caffè sulla Torre Eiffel e quello in Autogrill ma non è vero. Come già detto nell’articolo precedente, i supermercati adottano strategie improntate sulle differenze nel riempire il carrello della spesa tra i consumatori che frequentano le varie catene. Con le indagini di mercato conoscono le tendenze dei consumatori di certe città e, addirittura dei loro quartieri.Fingiamo che alla COOP i consumatori siano degli esperti di vini mentre quelli del Carrefour siano degli accaniti astemi molto attenti alle qualità delle acque minerali. Con questo presupposto COOP tendenzialmente avrà vini con prezzi di fascia alta e Carrefour una vasta gamma di minerali con alcune marche particolarmente care. Queste sono scelte dettate dall’interesse dei consumatori che spingono il mercato in determinate direzioni. Alla Coop (fingendo che tra i due supermercati le altre merci si equivalgano) avremo la tendenzialmente clienti disposti a spendere di più ( i vini sono cari e le acque avranno prezzi medi) mentre al Carrefour avremo, tendenzialmente, carrelli più economici(acque minerali più care ma vini più economici). Dunque con questa ipotesi avremo il carrello un po più caro alla Coop che al Carrefour.

Un’altra cosa che genera differenze di prezzi nelle catene di supermercati alimentari sono le linee dei prodotti identici ad altri ben più costosi in vendita altrove. E’ una strategia che permette, alle grandi catene, di affrontare gli Hard Discount alimentari dove i prezzi sono veramente molto bassi a scapito però, a volte, della qualità. Non è raro per una grande azienda alimentare avere varie linee e marchi: una per il discount, una per il supermercato di medio livello, e magari una terza per i negozi per clienti “sofisticati” (quelli che cercano il vino buono di cui parlavamo prima). Ormai ogni catena ha i suoi marchi di prodotti alimentari: Coop, Esselunga, Carrefour, Basko e così via. Ogni grande catena vuole guadagnarsi la sua fetta di mercato restando, con la stessa qualità, più in basso come prezzi rispetto a quelli delle marche famose. La strategia delle catene di supermercati è quella di chiedere a delle aziende di produrre per loro quel tale prodotto, che metterà poi in vendita con un’etichetta propria e un prezzo adatto (birre, pasta, panettoni, ecc). Il bello è che spesso questi prodotti vengono proprio fatti produrre dalle stesse grandi aziende di marca. Quindi alla fine abbiamo sul mercato sostanzialmente gli stessi prodotti ma, ancora una volta, con etichette diverse e prezzi diversi. Per fare il piccolo detective al supermercato basta  controllare lo stabilimento di produzione di un certo prodotto che, sulle confezioni, è sempre riportato e confrontarlo.  In altre parole, se è vero che spesso “la qualità si paga” è anche vero che a volte quello che paghiamo è attribuibile alla qualità solo in parte. Il resto è nella nostra mente. Confesso di non capire bene perché una “grande marca” (Barilla, Balocco, Rummo, ecc.) si presti a certe operazioni, ma immagino che abbiano il loro buon tornaconto sul forte numero di acquisti che la catena di supermercati gli offre: grande richiesta – prezzi più bassi. In economia è una legge ineluttabile, salvo che per gli I-Phone….

Link alla terza ed ultima parte

 

 

 

 

 

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