Abbiamo accennato, nell’articolo dedicato al gioco Scotland Yard, ad un’altra “funzione”, meno decifrabile scientificamente ma molto importante quando parliamo di investigazione: l’intuizione. L’intelligenza pura e le capacità di osservazione che Sherlock Holmes usava per analizzare e risolvere i più grandi misteri del suo tempo sono leggendari, ma nonostante affermasse la necessità di concentrarsi sui fatti durante una investigazione, le sue azioni mostravano spesso che considerava sullo stesso piano sia la logica che l’intuizione ugualmente importanti nel risolvere i misteri che si accingeva a risolvere. I processi cognitivi sottostanti l’intuizione sicuramente prendono parte a molti processi decisionali per la scelta della strategia giusta in ogni passaggio di un’investigazione. Ad esempio nel capire quale indizio prendere in considerazione o quale escludere è qualcosa di arbitrario che ha a che vedere proprio con l’intuizione, o, per alcuni, con la “prescienza”, una sorta di dote “paranormale” che consente di “indovinare”, tra i diversi cammini possibili, la loro importanza e le relative conseguenze per l’indagine in corso. Questo perchè una “Crime Scene” ha una infinità di possibili interpretazioni che si abbina ad un’estesa arbitrarietà nelle scelte dei possibili punti di vista interpretativi della storia che stiamo indagando, ne consegue un’estesa arbitrarietà nella ricostruzione dei fatti. Il trucco consiste nel non accumulare informazioni ma selezionarle, tralasciando ciò che non è necessario sapere. Ed è qui bisogna fare attenzione a non scambiare la fantasia con l’intuizione. Dobbiamo, quando è possibile, seguire in precedenza la nostra esperienza nella scelta degli indizi. Proprio qui sta l’ importanza di una conoscenza più ampia possibile e dato che la conoscenza di un uomo, per quanto ampia sia, subirà comunque di limitazioni, bisogna estendere al massimo l’esperienza almeno nel proprio campo d’indagine (forense, medico, economico, artistico, ecc). L’esperienza e la conoscenza di un campo specifico permettono di ridurre ampiamente le influenze casuali. Ciò si osserva molto bene nei giochi. L’esperienza di un giocatore riesce spesso a sminuire ciò che per i novizi sembra sfortuna. Un buon giocatore di briscola vince 90 partite su cento contro uno che ha appena iniziato a giocare e ciò vale anche per tutti gli altri giochi esclusi quelli di puro azzardo come dadi, lanci di monete, lotto e similari. Ma quando l’esperienza non è sufficiente allora è il momento di seguire l’intuizione. Una precisazione riguardo l’arbitrarietà degli indizi: un investigatore deve sempre tenere conto che il suo intuito e il suo punto di vista potrebbero essere sbagliati completamente ma nonostante ciò l’investigatore deve avere fiducia nel suo punto di vista e nelle sue intuizioni per cominciare a costruire ipotesi sul materiale disponibile. Tuttavia l’utilità di una interpretazione, così come la rilevanza di una ipotesi di ricerca potranno solo essere valutate a posteriori quando analizzeremo i risultati ottenuti. A posteriori e non sempre, abbiamo la sola possibilità di verificare la bontà delle nostre interpretazioni.
Ginzburg definisce l’intuizione come sinonimo di ricapitolazione fulminea di processi razionali ( slancio intuitivo). Si tratta di quelle scelte che non hanno un’esplicita spiegazione o una giustificazione esplicita. Viene definita anche come capacità di eseguire senza sforzo scelte complesse sulla base di un limitato numero di informazioni, sensazioni ed esperienze che, al momento della decisione e dell’azione, non sono completamente recuperate a livello cosciente. Poco è noto circa le basi neurali che mediano i giudizi intuitivi.
Anche se non è possibile usare solo e soltanto l’intuizione nella vita, ci sono momenti in cui farlo è sia sensato che utile a raggiungere conclusioni per quanto riguarda, ad esempio, le relazioni e i legami con gli altri, o l’appropriatezza o meno di certe scelte di vita. Ci sono metodi per sviluppare l’intuizione? Sicuramente vivere è uno dei sistemi migliori e i giochi possono fare qualcosa ma non troppo chiaramente. Nella vita tutti abbiamo avuto quella sensazione a “pelle” o “a prima vista” che ci ha dato l’indicazione giusta. Le nostre strategie decisionali si basano spesso su processi estranei alla razionalità. In moltissime occasioni la nostra salvezza e la nostra intelligenza consiste nel “sapere senza pensare”. Credo che ciò sia vero ma sono anche d’accordo con Ginzburg nel sostenere che l’intuizione è la ricapitolazione di fulminea di processi che conosciamo già. Forse alcuni sono già presenti da sempre nel nostro DNA, altri li acquisiamo con l’esperienza, ma, sicuramente, il non conoscerli può essere un impedimento per avere l’accesso a questa dote che tutti, chi più, chi meno, possediamo fin dalla nascita.
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