P.I.

“Ogni deduzione logicamente corretta ne suggerisce delle altre.”

Tra i giochi deduttivi più interessanti degli ultimi anni è impossibile non considerare P.I. di Martin Wallace. Questo autore è uno tra i più quotati inventori di giochi e, alcuni dei suoi titoli, sono già tra le pietre miliari del gioco in scatola. A lui dobbiamo circa 50 titoli editi dal 1988 ad oggi e, tra questi, “Uno studio in smeraldo”, tratto da una novella di Neil Gaiman che reputo uno dei più bei giochi di ambientazione investigativa/lovecraftiana che siano stati editi fino ad oggi (mi aspetto anche molto dall’uscita il 15/3/2017 da “Arkham Horror: il gioco di carte).

PI. è un gioco di pura deduzione, con i giocatori che competono in tre mini-giochi consecutivi per vedere chi riesce meglio a sbrogliare i propri casi. P.I. che chiaramente significa Private Investigation ha dunque come scopo guadagnare punti riuscendo a scoprire il luogo, il criminale ed il crimine… l’ennesima variazione di Cluedo? Non proprio. A cominciare dalla grafica di copertina si avverte già l’aria tutta Hard Boiled molto lontana da quella del “Giallo classico all’inglese” e anche le dinamiche di gioco differenziano dal Cluedo. Riguardo alla deduzione si tratta, come mi sembra di avere già detto, di un sistema preciso

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All’inizio del gioco, infatti, ognuno riceve tre carte e l’obiettivo di ogni giocatore è scoprire il tris in mano al giocatore alla propria sinistra. Insieme alle tre carte, si distribuiscono tre cubi e tre cilindri di legno dello stesso colore, più 7 tessere di cartoncino per segnare punti e annotare sul tabellone le indagini in corso.
Accanto al tabellone viene posto il mazzo delle indagini identico a quello da cui erano state prese le carte consegnate ai giocatori. Il mazzo delle indagini viene mescolato e vengono scoperte 9 carte e sul tabellone vengono poste casualmente sulle locazioni le tessere crimine e personaggio. Ci sono tra queste anche tessere “no crime” che possono spiazzare i giocatori. Nel proprio turno si può prendere una carta delle 9 carte scoperte accanto al tabellone, e piazzarla sulla tessera corrispondente del tabellone: il giocatore di sinistra (quello cui deve indovinare il trittico) deve rispondere a questa indagine: se egli ha in mano la carta corrispondente alla tessera, allora deve mettere il segnalino cilindrico sulla tessera stessa, altrimenti, se la tessera indicata si trova in una delle cartoline adiacenti, deve mettere il segnalino cubico.  Dunque: cilindro/centrato – cubetto/vicino con conseguenti deduzioni simili al Master Mind . Grosso modo la dinamica del gioco è questa e, l’assegnazione del vincitore, avviene tramite un sistema di punteggio che prosegue per le tre manche di gioco. Naturalmente come per altri giochi di deduzione possiamo capire molte cose anche dalle richieste che fanno gli altri giocatori consentendoci così di non annoiarci in attesa del nostro turno. Il gioco a me piace molto e mi piace anche molto il tabellone che è stato spesso criticato per una sua presunta mancata leggibilità. Il tabellone rappresenta la classica lavagna in sughero su cui appuntare gli indizi di cui siamo a conoscenza ,dove sono già attaccate (figurativamente) con delle puntine le cartoline dei luoghi dove andremo a svolgere le nostre indagini. Il gioco è in lingua inglese ma non ci sono testi che possano impedire il chiaro svolgersi del gioco.

tabellone-p-i
Il tabellone

Qui di seguito un video in inglese che illustra le dinamiche del gioco.

video in inglese

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